George Bernard Shaw

Il più brillante dei nostri contemporanei: il brindisi di George Bernard Shaw ad Albert Einstein

G.B. Shaw tenne una serie di conferenze a Londra fra il 1906 e il 1937. Leggerle consente di rettificare l’opinione, un po’ sommaria ma diffusa, di chi ha tacciato l’autore di essere un mero razionalista, scettico, miscredente, agnostico, ateo, eretico.
Da questi discorsi, emerge infatti un uomo sinceramente religioso, come lui stesso dichiara: “Per quanto mi riguarda sono e sono sempre stato un mistico”.

Che si tratti di una religiosità eterodossa è intuibile fin dal primo discorso, La religione del futuro, in cui Shaw sviluppa una concezione dinamica e vitalistica della religione il cui fine è renderci super-uomini, termine che, pur evocando l’Oltre-uomo (Übermensch) di Nietzsche, non ne ripropone la moralità eversiva.

La religione di Shaw si configura come un lento processo evolutivo guidato da una forza vitale che nel suo estrinsecarsi riuscirà a distruggere il male convertendolo in bene, grazie anche alla divina mediazione dell’intelletto umano.

Infatti l’uomo è l’incarnazione della volontà-Dio, per cui il credo di Shaw non solo bandisce ogni forma di alienazione del sé individuale in una potenza estranea e surrogatoria, ma rigetta pure le astruse giustificazioni della teodicea ortodossa circa il problema del male.

La religione del futuro si delinea arditamente come fede in un Dio la cui volontà, incorporata in quella del credente, è una forza vitale che guida ciascuno a espletare la propria missione terrena.

Shaw auspica infine l’adesione a una dottrina comune universalmente valida, assimilabile alla concordia religionum o pax fidei che già Cusano (1401-1464) aveva ipotizzato, benché la visione di Shaw sia connotata da un altezzoso eurocentrismo non inquadrabile negli schemi omologanti della globalizzazione odierna.

Con Il cittadino ideale, G.B. Shaw affronta alcuni temi di seria rilevanza umana e sociale, in primo luogo la necessità dell’affrancamento dall’indigenza, in qualunque dimensione si concretizzi: materiale, intellettuale, spirituale. Non solo Shaw nega che la miseria abbia una finalità pedagogica o che sia un monito della divina provvidenza, ma anzi la denuncia come testimonianza inconfutabile di un mostruoso, orripilante squilibrio economico. Senza alcuna enfasi utopica, dichiara che il cittadino ideale sarà chi, consapevole di avere ricevuto un’istruzione adeguata, si sentirà in dovere di compensare il suo “debito d’onore” nei confronti dello Stato, estendendo anche agli altri tale privilegio educativo.

Si prefigura una forma di socialismo puro, radicato nella condivisione non solo di beni materiali, ma anche progetti e valori per conseguire una felicità autenticamente umana.

Shaw, con la sagacia oratoria in cui era maestro, rende poi omaggio nel suo Brindisi al premio Nobel Albert Einstein, paragonando l’anacronismo del moto rettilineo newtoniano all’illogicità di quel “fenomeno naturale che è l’uomo inglese”, caparbiamente determinato nel conseguimento dell’onestà e della rettitudine.

GIORGIO BARTOCCI, ALESSANDRO CALABRESE, ADRIANA PROGANÒ, ITALO ZUFFI
GIORGIO BARTOCCIALESSANDRO CALABRESEADRIANA PROGANÒITALO ZUFFI
2/2 - 2023
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