Tasneem Jamal

“Quand’è che una terra diventa nostra?”: cercare un posto dove l’aria è più dolce con Tasneem Jamal"

Se lo domanda Raju, protagonista di Dove l’aria è più dolce, romanzo della scrittrice e giornalista canadese Tasneem Jamal.

Raju, la cui storia è ispirata a quella del nonno della scrittrice, ha abbandonato la sua casa a Malìa, India, per cercare fortuna in Uganda, terra fertile e generosa, già oggetto di una controversa proposta al Congresso sionista del 1905, che la vedeva alternativa temporanea alla Terra Promessa in Palestina. E Raju, in Uganda, costruisce la sua storia: lavora duro, intercetta le esigenze della comunità, si dà da fare, finché non si sente pronto a farsi raggiungere da sua moglie Rehmat, che gli darà sei figli. Tutti nati in Uganda, con cittadinanza ugandese.

La comunità degli indiani qui è chiusa, ma benestante. Sono la classe media del Paese, e quando i coloni inglesi se ne vanno, sono loro a dar lavoro ai domestici africani. È sottile la linea che segna il confine tra lo sfruttamento di una posizione acquisita e la legittima ascesa sociale: gli inglesi prima, gli indiani poi, sono da alcuni percepiti come estranei che impongono la loro presenza nella terra altrui. L’Africa agli africani. È il mantra che ripete Idi Amin Dada, salito al potere con un colpo di stato che destituisce il più moderato Obote nel 1972. 

È l’inizio della sua brutale dittatura, che in un vortice surreale di caos e violenza porterà all’espulsione dall’Uganda di oltre ottantamila asiatici ugandesi (la maggior parte di origine gujarati): intere generazioni si ritrovano apolidi, senza più cittadinanza né diritti, con i conti bancari congelati e appena novanta giorni di tempo per lasciare il Paese. 

L’Inghilterra, che dapprima li accoglie, deve far fronte a un’ondata di proteste razziste e chiude le frontiere. Entra allora in gioco il Canada, che offre ai profughi asiatici una nuova occasione. 

“Il Canada è come l’America, solo che fa più freddo ed è più tranquillo,” scherza Jaafar con la moglie Mumtaz. Per lui è difficile dire addio alla terra che sente sua. Eppure, come gli insegnerà l’esperienza della piccola Shama, che crescerà candese proprio come lui è cresciuto ugandese, “casa” rimane un concetto astratto e può esistere ovunque ci sia la famiglia, al di là dei cambiamenti, delle privazioni; a volte cresce, a volte rimpicciolisce, e quando viene distrutta, basta ricostruirla “dove l’aria è più dolce”.  Tasneem Jamal, che è nata in Uganda e vive in Canada dal 1975, lo racconta.

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